Bonus casa 110%: la Guida dell’Agenzia delle Entrate

Il Superbonus fiscale è fra gli strumenti chiave studiati dalla politica, per rimettere in moto l’economia dopo il trauma del lockdown da Coronavirus. E’ quantomai necessario quindi che tutti siano messi in condizioni utilizzarlo, conoscendo bene con quali requisiti vi si accede, per quali tipi di interventi è possibile usufruirne, e soprattutto come funziona il meccanismo dell’opzione per lo sconto in fattura, o per la cessione del credito di imposta, quali rischi comporta l’operazione e a cosa si deve prestare attenzione. La presente guida ha lo scopo di rispondere alle domande più frequenti, dando atto dei primi chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate. Gli interventi coperti dal bonus si distinguono in “interventi trainanti” che sono necessari ed indispensabili per ottenere il beneficio fiscale al 110%, ed “interventi trainati” che beneficiano della detrazione solo se compiuti in abbinamento ai primi.

Non c’è più la distinzione tra prima e seconda casa che si trovava nel testo originario del decreto legge, pertanto sono compresi nell’agevolazione anche gli interventi sulle seconde case. Non occorre essere proprietari dell’edificio oggetto dell’intervento, infatti possono beneficiare dell’agevolazione fiscale anche: i titolari di diritto reale di godimento (usufrutto, uso e abitazione), i nudi proprietari, i detentori con contratto di locazione o comodato regolarmente registrato, purché muniti del consenso all’esecuzione dei lavori da parte sia del proprietario che dei familiari del possessore o detentore. Per i lavori effettuati sulle parti comuni di un condominio nel quale si trovino esercenti attività di impresa o arte o professione, anche questi ultimi soggetti potranno beneficiare della agevolazione fiscale.

Altra importante modifica approvata, riguarda l’estensione del Superbonus 110% agli IACP fino a giugno 2022 in modo da agevolare l’edilizia popolare, e agli interventi di allaccio ai sistemi di teleriscaldamento efficiente nei comuni montani nonché alle Organizzazioni non lucrative di utilità sociale, alle organizzazioni di volontariato, alle associazioni sportive dilettantistiche per gli spogliatoi e a quelle di promozione sociale. Le modifiche approvate ampliano di fatto la platea di beneficiari.

Ridurre le tasse per rilanciare l’immobiliare

La tassazione e la compravendita degli immobili tornano al centro dell’attenzione mediatica grazie ad un recente approfondimento lanciato dal Think Tank “Imprese del Sud“. Il presidente nazionale di Fimaa, Santino Taverna, si rivolge al Governo: «Servono misure urgenti e straordinarie per rilanciare l’immobiliare».

Prendiamo esempio dalla Gran Bretagna per fare ripartire l’economia del Paese attraverso il rilancio del mercato immobiliare»Santino Taverna, presidente nazionale di Fimaa – Federazione italiana mediatori agenti d’affari, aderente a Confcommercio-Imprese per l’Italia – torna a chiedere al Governo, a nome dell’intera categoria, «urgenti e indispensabili misure straordinarie, a partire da una forte riduzione della tassazione sulle compravendite immobiliari».

«Abbiamo l’urgente necessità», rimarca, «di ridare abbrivio alla filiera rendendola attrattiva, anche e soprattutto per recuperare i 700mila posti di lavoro persi negli ultimi 10 anni. Stiamo parlando di un comparto capace di produrre oltre il 20% del Pil nazionale, che non riesce a risollevarsi anche per la mancanza di interventi strutturali per una vera ripresa».

Taverna torna a ribadire quanto esposto alla Decima Commissione del Senato durante l’audizione dello scorso 25 giugno, prendendo spunto dalla recentissima misura britannica mirata a incoraggiare gli acquisti di case. Nel Regno Unito per ridare linfa al mercato del settore segnato dal lockdown, ma comunque meno in crisi del nostro, è stata annullata l’imposta di registro per gli acquisti di immobili di valore inferiore alle 500mila sterline. Un provvedimento valido con effetto immediato, che resterà in vigore fino al 31 marzo 2021.

Capitolo Iva: Taverna non usa mezzi termini e lancia forte e chiaro l’allarme: «Quando per una compravendita immobiliare (acquistata da una società da una impresa) si deve versare una imposta Iva del 22% sul prezzo da pagarsi, si palesano tutti i presupposti per ritrovarsi nell’anticamera dell’evasione fiscale». Quello che appare certo è che per far ripartire il settore immobiliare, e quindi anche le lavorazioni e la cantieristica immobiliare, il regime fiscale deve variare e l’esempio della Gran Bretagna merita attenzione e monitoraggio.

Smart building e l’edificio intelligente

Milano, il 2 luglio 2020, si terrà la conferenza “Smart building: Quando l’edificio diventa intelligente” organizzato da Soiel International. L’incontro con area espositiva sarà dedicato ai temi delle nuove infrastrutture e soluzioni digitali al servizio dell’edificio e rappresenta un’occasione di informazione, formazione e incontro per il ricco parterre di professionisti interessati alla tematica, facenti parte del mondo dell’utenza aziendale (industria, servizi, finance, retail e PA) e gli operatori del settore attivi nella progettazione, installazione e rivendita. Dopo il successo della prima edizione che ha raccolto l’adesione di oltre 440 professionisti del settore, torna Smart Building Conference. Il convegno dedicato ai temi delle nuove infrastrutture e soluzioni digitali al servizio dell’edificio si svolgerà il 2 luglio nella nuova formula Web Conference Edition. Smart Building WebConferenceEdition rappresenta un’occasione di informazione, formazione e incontro per il ricco parterre di professionisti interessati alla tematica, facenti parte del mondo dell’utenza aziendale (industria, servizi, finance, retail e PA) e gli operatori del settore attivi nella progettazione, installazione e rivendita.  Cresce nel mercato l’interesse verso un nuovo edificio, Smart, in grado di operare in maniera integrata tra i tradizionali sistemi per la gestione di luce, clima, sicurezza, controllo accessi e le nuove soluzioni digitali e sia in grado di offrire nuovi servizi agli utenti e ai gestori dei sistemi. Uno scenario che presenta grandi opportunità e pone nuove sfide a tutti coloro che progettano e realizzano i nuovi building, in cui convergono le competenze di mondi diversi. Smart Building WebConferenceEdition, grazie a un programma culturale costruito con il contributo di alcuni fra i principali operatori del settore, società del mondo della Ricerca e Università ed esperienze del mondo dell’utenza rappresenta un momento di informazione multidisciplinare in cui vengono affrontate diverse aree applicative, infrastrutturali e le best practice che portano alla realizzazione di uno Smart Building in grado di soddisfare i traguardi più sopra descritti

Eco bonus: Cosa è possibile fare

Il Decreto Rilancio ha previsto un super bonus del 110% per alcuni interventi di efficientamento energetico per le spese sostenute dall’1 luglio 2020 al 31 dicembre 2021. Nonostante il Decreto Legge sia già in vigore, si parla di spese sostenute a partire dall’1 luglio 2020, quindi, consapevoli che per l’attuazione della norma si attendono ancora il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate e un decreto attuativo, il miglior consiglio che possiamo dare a chi ha intenzione di intervenire su un edificio, è quello di attendere la conversione in legge del Decreto Legge, con il quale saranno magari modificate o dettagliate le norme sull’argomento Ecobonus 110%.

Ecco quali sono gli interventi che potranno godere della detrazione fiscale potenziata al 110%:

  • interventi di isolamento termico delle superfici opache verticali e orizzontali che interessano l’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25% della superficie disperdente lorda dell’edificio medesimo – Tetto massimo: la detrazione è calcolata su un ammontare complessivo delle spese non superiore a euro 60.000 moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio;
  • interventi sulle parti comuni degli edifici per la sostituzione (non integrazione) degli impianti di riscaldamento esistenti con impianti centralizzati a condensazione, a pompa di calore, ibridi, geotermici, anche abbinati all’installazione di impianti fotovoltaici e relativi sistemi di accumulo, microcogenerazione – Tetto massimo: la detrazione è calcolata su un ammontare complessivo delle spese non superiore a euro 30.000 moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio ed è riconosciuta anche per le spese relative allo smaltimento e alla bonifica dell’impianto sostituito;
  • interventi sugli edifici unifamiliari per la sostituzione (non integrazione) degli impianti di riscaldamento esistenti con impianti a pompa di calore, ibridi, geotermici, anche abbinati all’installazione di impianti fotovoltaici e relativi sistemi di accumulo, di micro cogenerazione – Tetto massimo: la detrazione è calcolata su un ammontare complessivo delle spese non superiore a euro 30.000 ed è riconosciuta anche per le spese relative allo smaltimento e alla bonifica dell’impianto sostituito;
  • tutti gli altri interventi di efficientamento energetico previsti all’articolo 14 del Decreto-Legge n. 63/2013 (come ad esempio l’acquisto e posa in opera di finestre comprensive di infissi, di schermature solari…), a condizione che siano eseguiti congiuntamente ad almeno uno degli interventi descritti nei punti precedenti – Tetto di spesa: la detrazione è calcolata su un ammontare complessivo previsto dai limiti di spesa previsti per ciascun intervento.

E’ importane far valutare la tipologia di intervento/i affidandosi ad un tecnico qualificato che, dopo un colloquio conoscitivo delle necessità, dovrà effettuare un sopralluogo, consigliare la scelta migliore in relazione agli obiettivi del contribuente e, quindi, redigere un progetto (non un progettino o una firmetta su dei moduli, ma un vero e proprio progetto, con la sua importanza ed i suoi costi) che contenga costi certi e simulazioni economiche. Una corretta fase progettuale (i cui costi sono comunque compresi tra quelli che beneficeranno del superbonus del 110%) eviterà problematiche in fase esecutiva, un miglioramento dei risultati e la riduzione dei possibili “imprevisti” che possono sorgere durante la fase esecutiva delle opere.

Le novità nel Decreto Rilancio e il mondo dell’edilizia

Dopo i primi interventi di contenimento della crisi previsti dal Decreto “Cura Italia”, il Governo ha stanziato ulteriori 155 miliardi di euro circa tramite il Decreto “Rilancio”, mirando, tra gli altri obiettivi, alla ripresa economica di imprese e famiglie.
Nel novero degli interventi previsti, una particolare eco si è avuta con il superbonus per l’edilizia, c.d. ecobonus 110 per cento, tramite il quale sarebbe possibile ottenere una detrazione fiscale sulle spese di efficientamento energetico e riduzione del rischio sismico, in misura superiore rispetto al costo.
Con tale strumento, sarebbe infatti possibile usufruire di una detrazione fiscale pari al 110% del costo sostenuto per i lavori di riqualificazione energetica e adeguamento sismico (c.d. sismabonus – parallelo all’ecobonus), per gli interventi effettuati dal 1° Luglio 2020 al 31 Dicembre 2021. Secondo quanto recentemente dichiarato dal Governo, (il decreto è ancora  in fase di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale,)  i destinatari del bonus al 110% potranno essere tutti i contribuenti, residenti e non residenti, possessori a qualsiasi titolo dell’immobile su cui verranno fatti gli interventi, in cui rientrano anche familiari e cointestatari,  entro i criteri previsti dal Decreto.
Potranno pertanto usufruire dell’agevolazione anche i condomini e gli enti che gestiscono le case popolari, nonché le persone fisiche, sia sugli interventi eseguiti nella propria abitazione sia in percentuale su quelli fatti negli spazi comuni, effettuati anche sugli immobili unifamiliari. Il pagamento dei lavori dovrà avvenire con metodo tracciabile, bonifico bancario o postale, indicando la causale del versamento, il codice fiscale del beneficiario del bonus e il codice fiscale/partita iva dell’impresa o professionista che ha eseguito i lavori.
Tutta la documentazione dovrà, infine, essere inviata telematicamente, entro 90 giorni dal termine dei lavori, all’Enea (Ente Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile).

L’innovazione e la robotica per un’ edilizia 4.0

Una notizia che ha destato molto dibattito tra i professionisti della categoria è stata la presenza di “In-situ Fabricator”, il robot muratore, all’interno di alcuni cantieri svizzeri, in modo del tutto autonomo e con competenze strutturali in tutti i campi della costruzione edilizia, per sostenere e agevolare i lavoratori del settore.

Droni che volano sul cantiere controllando i lavori; sensori applicati a oggetti e persone e che evitano infortuni; visori per la realtà aumentata che rivelano informazioni invisibili a occhio nudo; robot che lavorano in cantiere o che stampano intere case in 3D. Senza dimenticare il Bim, il Building information modeling, che è allo stesso tempo il linguaggio e lo strumento per condividere informazioni tra committente, progettista, impresa, fornitori e manutentori.

Ognuna di queste cose è già realtà 4.0. La continua ricerca e l’adozione di nuovi materiali, sempre più resistenti, e, in alcuni casi, anche più duttili, hanno permesso la realizzazione di strutture multiforme, verticalizzate e orizzontalizzate all’estremo, ma anche confortevoli, fatte per agevolare il lavoro umano. Accanto alla costruzione di opere edilizie che siano a basso impatto ambientale, c’è sempre una maggiore necessità di ridurre i tempi di consegna dei manufatti, con un occhio particolare a quelli di pubblica utilità. A tal proposito ci viene in aiuto la robotica, che fonde le sue capacità di intervento e realizzazione con la stampa 3D.

Questo connubio è stato recentemente realizzato dalla startup olandese MX3D con l’ideazione di una sorta di robot-operaio specializzato a cui è stata integrata una stampante 3D che gli permette di realizzare elementi di forme complesse e di qualsiasi misura, adoperando anche materiali che rispettino l’ambiente.

La progettazione del manufatto edile è concepita tramite un software realizzato dalla famosissima azienda Autodesk in collaborazione con la società di costruzioni Heijmans ed altri partner. L’altro esempio di tecnologia innovativa nell’industria delle costruzioni è Sam100, acronimo di Semi-Automated Mason, un robot per la posa dei mattoni progettato dalla società statunitense Construction Robotics. Sam100 è il primo robot per la messa in opera dei mattoni per le costruzioni ad essere stato commercializzato sul mercato. Sam100 è stato progettato per lavorare insieme al muratore, assistendolo nel lavoro ripetitivo e stancante della posa di ogni singolo mattone. Il lavoratore continuerà ad avere la gestione del sito produttivo e della qualità finale della costruzione, ma migliorerà la propria efficienza grazie all’uso di Sam.

Pur essendo uno dei settori meno digitalizzati della nostra economia, l’edilizia non potrà ignorare a lungo i cambiamenti che l’Industria 4.0 sollecita: digitalizzazione, interconnessione dell’intera filiera produttiva, automazione e l’Internet delle cose.

Le tecnologie abilitanti dell’industria 4.0 stanno profondamente modificando la logica dei processi produttivi in una vasta gamma di industrie, sia tradizionali che emergenti: dall’automotive all’agro-alimentare, dalle assicurazioni al settore farmaceutico, dall’edilizia alle telecomunicazioni.

Le imprese saranno sottoposte ad una pressione competitiva crescente, che richiederà flessibilità strategica e continuo rinnovamento, oltre che una decisa e importante formazione continua del personale.

Riprendiamo l’articolo di Domenico Letizia pubblicato dal quotidiano “L’Opinione delle Libertà“.

L’edilizia 4.0 punta alla digitalizzazione del settore delle costruzioni

Il rapporto tra digitalizzazione e settore delle costruzioni è argomento di importanza strategica in questo periodico di profondi mutamenti economici e sociali nel pieno dell’emergenza sanitaria mondiale. L’industria delle costruzioni ha trainato il progresso tecnologico nel corso dei millenni e si trova di nuovo in una congiuntura epocale: la rivoluzione digitale, che ha portato con sè non solo opportunità sostanziali, ma anche sfide considerevoli. I progetti edilizi, grandi e piccoli, diventano sempre più complessi, con un flusso costante di nuove linee guida e codici edilizi da considerare, rischi legati al cambiamento climatico da affrontare e aspettative di una clientela sempre più urbana e tecnologica da soddisfare.

La Modellazione delle Informazioni di Costruzione (BIM) è un processo innovativo di generazione, analisi e gestione dei dati di costruzione durante tutto il loro ciclo di vita. Utilizzato nella pianificazione, costruzione e gestione di edifici o altre strutture, il BIM si basa su processi aziendali non proprietari, end-to-end e trasversali. Tuttavia, la teoria della progettazione di modelli 3D, come il BIM, deve ancora rendere i suoi contributi più universalmente applicabili sul campo, poiché i sistemi legacy continueranno ad essere utilizzati ancora a lungo in combinazione con le innovazioni tecnologiche più recenti. L’Istituto per la Gestione delle Informazioni in Ingegneria (IMI) del KIT, diretto dalla docente Jivka Ovtcharova, sta ricercando, tra gli altri temi, la virtualizzazione dei dati di pianificazione CAD. In particolare nel settore BIM, l’obiettivo è quello di combinare tutti i dati di pianificazione di un nuovo edificio in un modello virtuale. Ad esempio, le scansioni 3D dell’avanzamento della costruzione vengono combinate con le planimetrie CAD. Inoltre, la pianificazione della produzione del nuovo edificio è supportata dal modello virtuale e dalla virtualizzazione della produzione precedente, nonché da un’analisi del flusso dei dati. Il sistema di realtà virtuale utilizzato in questo progetto è denominato PolyVR.

Un cambiamento tutto veicolato dal digitale e dalla tecnologia del nuovo millennio, usando software, programmi, realtà aumentata, sensori e droni che potrebbero essere alcuni dei nuovi “lavoratori” all’interno dei cantieri. In particolare, i droni sarebbero utilissimi al monitoraggio logistico delle operazioni, a effettuare delle fotografie dall’alto e a generare delle mappe in 2D o in 3D. Non sarebbe nemmeno troppo fantasioso pensare a dei robot che aiutano nella costruzione di un edificio, gestiti e guidati per mezzo di un server centrale.

L’utilizzo di tutti questi nuovi programmi permetterà di personalizzare anche i materiali impiegati nelle costruzioni, prediligendo ovviamente quelli riciclabili ed eco-sostenibili. Se tutte queste tecnologie da un lato sembrano escludere il lavoro umano, in realtà dall’altro aumentano senza dubbio le possibilità di impiego visto che per l’utilizzo, la gestione e la manutenzione di tutti questi programmi innovativi servirebbe del personale altamente specializzato. Tutte opportunità che anche noi guardiamo con estremo interesse per fornire sempre il servizio migliore ai nostri clienti e ai nostri lettori.

Innovazioni nell’edilizia tra sostenibilità e blue-economy

Nuove innovazioni tra la sostenibilità in edilizia e la blue-economy. Il futuro dell’edilizia e l’innovazione scientifica intravede nuove prospettive legate alle alghe per le costruzioni. Un’importante innovazione anche per le regioni del Mediterraneo. La scoperta di un’alga da usare in edilizia è avvenuta studiando le case di alghe marine di Læsø, in Danimarca.

In Danimarca, veniva usata per costruire i tetti delle case che poi venivano ricoperti di paglia. Queste tecniche col tempo caddero nell’oblio fino a quando Kathryn Larsen non l’ha riscoperta per sviluppare un pannello prefabbricato per tetti e facciate degli edifici. Un materiale fantastico per l’edilizia perché è naturalmente ignifugo, resistente alla putrefazione, a carbonio negativo e diventa completamente impermeabile dopo circa un anno. Inoltre vi cresce sopra naturalmente della vegetazione che crea fantastici tetti giardino e facciate verdi.

Læsø è un’isola del nord della Danimarca che conta poco più di 2 mila abitanti e che conserva un’antica tradizione vernacolare che attualmente sta rischiando di scomparire. Durante il medioevo Læsø era famosa per l’industria del sale che ha portato la presenza sull’isola di centinaia di forni e la necessità di utilizzare tutte le risorse di legna presenti nel territorio per alimentarli. Di conseguenza gli abitanti dell’isola si ritrovarono senza legno per costruire le loro case e dovettero trovare una soluzione per creare i loro rifugi. In questo modo nacquero le caratteristiche case con i tetti di alghe dell’isola di Læsø.

I pannelli di alghe sono realizzati usando solo acqua e tale tipologia di alghe, e cercando di ridurre al minimo l’uso di leganti anche se naturali, in modo da preservare la non tossicità del prodotto. Il materiale ottenuto è stato adoperato su pannelli di legno strutturati 10×10 cm. Il risultato è un pannello da costruzione resistente alla putrefazione, al fuoco, non tossico, isolante rispetto alla lana minerale e che può essere utilizzato per creare edifici carbon-negativi.

Kathryn Larsen spera che la sua ricerca possa essere d’ispirazione per le future costruzioni sostenibili. Abbracciare la qualità organica del materiale anziché costringerlo a conformarsi è la novità tecnologica che il futuro sembra intravedere. Innovazioni che guardiamo con estremo interesse e che riteniamo importanti da far conoscere ai nostri clienti, soprattutto per la nostra regione che è legata molto anche alle prospettive della blue-economy.

 

 

Il certificato di sussistenza dei requisiti per gli appaltatori

Novità per gli appaltatori e nella somministrazione del certificato di sussistenza. Il decreto legge del 26 ottobre 2019, n. 124 – convertito con modificazioni dalla Legge del 19 dicembre 2019 n. 157 – ha introdotto l’art. 17- bis che ha previsto una serie di adempimenti in tema di gare d’appalto a carico dei committenti, appaltatori e subappaltatori. In particolare, si fa riferimento agli appalti e subappalti relativi a una o più opere (o uno o più servizi) di  importo complessivo annuo superiore a 200.000 euro e caratterizzati da prevalente utilizzo di manodopera. 

A fornire ulteriori informazioni è il Think Tank “Imprese del Sud“, la norma prevede l’obbligo:

  • per il committente di richiedere all’impresa appaltatrice o affidataria e alle imprese subappaltatrici copia delle deleghe di pagamento relative al versamento delle ritenute trattenute dall’impresa appaltatrice ai lavoratori direttamente impiegati nell’esecuzione dell’opera o del servizio
  • per l’appaltatore o affidatario e le imprese subappaltatrici di trasmettere al committente (per le imprese subappaltatrici, anche all’appaltatore), entro i cinque giorni lavorativi successivi alla scadenza del versamento delle ritenute
    • i modelli F24 relativi al versamento delle ritenute
    • un elenco di tutti i lavoratori, identificati tramite codice fiscale, impiegati nel mese precedente direttamente nell’esecuzione di opere o servizi affidati dal committente, con il dettaglio delle ore di lavoro, dell’ammontare della retribuzione corrisposta e il dettaglio delle ritenute fiscali eseguite nel mese precedente nei confronti di ciascun lavoratore.

In alternativa, le imprese appaltatrici o affidatarie o subappaltatrici possono comunicare al committente, allegando il relativo certificato fornito dall’Agenzia delle Entrate, la sussistenza, nell’ultimo giorno del mese precedente a quello della scadenza prevista per il versamento delle ritenute, dei seguenti requisiti:

  • essere in attività da almeno tre anni e in regola con gli obblighi dichiarativi
  • aver eseguito, nel corso dei periodi d’imposta cui si riferiscono le dichiarazioni dei redditi presentate nell’ultimo triennio, complessivi versamenti registrati nel conto fiscale per un importo non inferiore al 10% dell’ammontare dei ricavi o dei compensi risultanti dalle dichiarazioni medesime
  • non avere iscrizioni a ruolo o accertamenti esecutivi o avvisi di addebito affidati agli agenti della riscossione relativi alle imposte sui redditi, all’imposta regionale sulle attività produttive, alle ritenute e ai contributi previdenziali per importi superiori ad euro 50.000, per i quali i termini di pagamento siano scaduti e siano ancora dovuti pagamenti o non avere provvedimenti di sospensione. Le disposizioni di cui al periodo precedente non si applicano per le somme oggetto di piani di rateazione per i quali non sia intervenuta decadenza.

Le imprese possono richiedere il certificato di sussistenza dei requisiti previsti dal comma 5 del citato art. 17-bis a un qualsiasi ufficio della Direzione provinciale dell’Agenzia delle Entrate territorialmente competente in base al proprio domicilio fiscale. I soggetti grandi contribuenti richiedono il certificato alla Direzione regionale competente.

Edilizia: le certezze per il rilancio

Per il rilancio delle costruzioni è necessaria una road map, che metta in relazione Regione, imprenditori e territori, che definisca sia le priorità di un settore che, nonostante le grande opportunità, non reagisce come dovrebbe, sia un nuovo approccio culturale in tema di pianificazione territoriale e urbanistica“, riporta il Think Tank “Imprese del Sud“. Il settore, infatti, tenta faticosamente di uscire dal lungo periodo di crisi, seppure con ritmi e valori ancora molto distanti da quelli che hanno preceduto il 2008. Il sistema dell’edilizia, non è una novità, soffre ancora soprattutto tra le piccole imprese. Le difficoltà del settore sono maggiormente visibili dalle due grandi isole: Sicilia e Sardegna.

Dall’elaborazione dell’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna, che ha analizzato i dati del terzo trimestre 2018 e paragonati con quelli dello stesso periodo del 2019, emerge come a livello generale vi sia stata  una crescita, seppure impalpabile, del settore; le realtà delle costruzioni in Sardegna erano 22.421 nel 2018 mentre nel 2019 sono arrivate a 22.440, crescendo in termini assoluti di 19 unità (+0,1%).

Al contrario, tra le imprese artigiane del comparto, ancora segno negativo: nel terzo trimestre 2018 erano 13.005 mentre nel 2019 sono crollate a 12.897, registrando una pesante contrazione di 108 unità (-1,7%). Negli anni il settore ha anche subito un cedimento verticale anche del valore aggiunto: tra il 2007 e il 2016 è calato del 27,7%, corrispondente a un mancato giro d’affari di 652 milioni di euro. Infatti, se nel 2007 era di 2 miliardi e 351milioni nel 2015 è passato a 1 miliardo e 657 milioni. Nel 2017 l’incidenza sul valore aggiunto delle Costruzioni sull’economia regionale della Sardegna è stata del 5,6%. Le analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna ricordano come le costruzioni interessino una percentuale molto importante della produzione dell’Isola, dell’occupazione e del PIL locale, superiore al 20%, se si tiene presente la filiera lunga che esso attiva coinvolgendo, inoltre, circa l’80% dei settori economici e la ricchezza che si genera ricade sullo stesso territorio isolano. Per Confartigianato Sardegna, infatti, investire e intervenire nelle costruzioni, significa città più competitive, efficienti, sostenibili e accessibili, mediante un uso consapevole del territorio e delle risorse, significa attività produttive ed economiche responsabili, è perciò il modo migliore per sostenere tutta l’economia regionale.