Novita’ dal mondo legislativo per favorire l’edilizia

Tutte le novita’ dal mondo legislativo per favorire l’edilizia

Deroghe per favorire gli interventi edilizi utili alla riqualificazione urbana, estensione degli incentivi per l’acquisto di case antisismiche, sostegno alle attività professionali. Sono alcune delle misure contenute nel Decreto Crescita che ha ricevuto il via libera del Consiglio dei Ministri. Tra le importanti novità, i limiti di densità edilizia, altezza e distanza tra edifici, previsti dal DM 1444/1968, come il rispetto della distanza minima di 10 metri tra pareti finestrate, saranno validi solo nelle zone destinate a nuovi complessi insediativi, che risultino inedificate o con un basso livello di edificazione. La finalità della proposta, spiegano i relatori, è favorire la riqualificazione urbana dei centri storici e delle zone già edificate, in particolare per gli interventi di demolizione e ristrutturazione degli edifici preesistenti, anche con aumento della volumetria se consentito dagli strumenti urbanistici. All’articolo 6 vengono stanziati degli incentivi per la valorizzazione edilizia, in particolare, sino al 31 dicembre 2021 per i trasferimenti di interi fabbricati a favore di imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare che, entro i successivi dieci anni, provvedano alla loro demolizione e ricostruzione, anche con variazione della volumetria. Si applicano le imposte di registro, ipotecaria e catastale nella misura fissa di 200 euro ciascuna. L’art. 16 prevede inoltre che, con riferimento in materia di mitigazione rischio idrogeologico, ambientale, manutenzione di scuole e strade, opere infrastrutturali, edilizia sanitaria e altri programmi previsti dalla legge 30 dicembre 2018, le regioni a statuto ordinario possono procedere ad assunzioni di personale a tempo indeterminato in coerenza coi piani triennali di fabbisogni e in base alla sostenibilità finanziaria. Il contributo sarà attribuito a ciascuna amministrazione comunale sulla base della popolazione residente dal 1 gennaio 2018, partendo da 60mila euro, per i Comuni con popolazione fino a 2mila abitanti, e arrivando a 150mila euro nei Comuni con popolazione superiore a 100mila abitanti. Interessanti novità che vi invitiamo ad approfondire, anche contattando gli analisi della nostra struttura.
Approfondimento di Domenico Letizia, presidente dell’Istituto di Ricerca di Economia e Politica Internazionale.

Come ricavare due bagni da uno? (guida + VIDEO)

Nelle prossime righe ti spiegherò come ricavare due bagni da uno.

È una guida semplice e completa.

Parleremo di regole da seguire, spazio minimo necessario, autorizzazioni e trucchi del mestiere.

Non solo.

Vedrai un progetto reale.

Da un unico grande bagno, i proprietari hanno creato due locali.

Puoi farlo anche tu, e tra poco capirai come riuscirci.

Sei pronto?

Di quanto spazio hai bisogno per ricavare due bagni da uno?

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La risposta è “dipende”. 👀

Da cosa?

Dal regolamento edilizio del tuo Comune.

Lo trovi anche on-line, e puoi considerarlo il tuo “libretto dell’istruzioni” in ambito di progettazione.

Faccio un esempio.

Il regolamento edilizio del mio Comune (in questo momento) afferma che il primo servizio igienico (quello principale) deve avere una superficie minima di almeno 4 mq.

Riporta anche larghezza ed altezza minima del locale.

È così in tutta Italia?

No. ❌

Quindi, come prima cosa, guarda il regolamento del tuo Comune.

Inoltre, almeno uno dei 2 bagni deve contenere TUTTI questi elementi:

◼︎ lavabo;
◼︎ wc e bidet;
◼︎ doccia (o vasca);

Un bagno così arredato necessita di superficie minima di circa 4 mq.

E il secondo locale?

Consulta il regolamento anche per il bagno secondario, e prendi nota dei requisiti essenziali (superficie ed altre eventuali informazioni).

Grazie a questi dati avrai un’idea dello spazio minimo da destinare ai locali.

2 Ulteriori requisiti dei tuoi nuovi bagni

Dimensioni a parte, i tuoi nuovi bagni devono rispettare altri requisiti.

#1: Bagno cieco? Aerazione forzata

Non si scappa.

I bagni senza finestra richiedono l’aerazione forzata .

#2: Antibagno necessario?

Puoi creare un altro bagno con wc, ma l’ambiente che contiene il wc non può comunicare direttamente con il soggiorno o la cucina.

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Se il nuovo bagno si apre su questi ambienti è necessario un antibagno (dove posizioni il lavabo) e poi un altro ambiente che ospita il wc (separato da una porta, vedi foto qui sopra).

Viceversa, se uno dei bagni si apre su una camera da letto, NON è necessario l’antibagno.

È più “complicato” di quanto pensavi?

Stai tranquillo/a: prosegui nella lettura e tutto sarà più chiaro.

Permessi necessari per creare due bagni da uno

Il tuo nuovo bagno modificherà la planimetria interna.

Serve un’autorizzazione.

9 volte su 10 si tratta di una CILA (comunicazione di inizio lavori asseverata) .

Dovrai contattare un tecnico abilitato (geometra, architetto o ingegnere) che redigerà un progetto dei bagni, e presenterà la pratica allo sportello unico del Comune.

Oltre alla CILA è necessaria la SCA (segnalazione certificata di agibilità), da presentare entro 15 giorni dal termine dei lavori.

In alcune situazioni, la CILA è sostituita dalla SCIA (segnalazione certificata di inizio attività) .

Durante il sopralluogo, il tecnico ti dirà qual è la pratica necessaria.

Passiamo al progetto reale.

PRIMA: Stato di fatto del bagno da dividere in due

Ecco come si presentava:

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Superficie tra i 7 e gli 8 mq, e affaccio sul corridoio della casa.

Il desiderio dei proprietari era ricavare due bagni da uno (la casa aveva un solo bagno).

Lo spazio non consentiva di realizzare due bagni completi, ma era possibile creare un nuovo locale con lavabo, wc e doccia.

In che modo?

DOPO: Ecco come fare 2 bagni da uno

Ti presento il risultato della ristrutturazione:

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La prima differenza
è che una parete divide e riduce il bagno originario.

Il locale principale ha tutti gli elementi, ed è finestrato.

E l’altro?

Guarda il breve video qui sotto (48 secondi):

Visto?

Il secondo bagno:

◼︎ si affaccia sul corridoio, NON serve l’antibagno;
◼︎ è cieco, quindi c’è l’aerazione forzata;
◼︎ ha il wc collegato alla colonna di scarico (nelle immediate vicinanze);

La divisione ha risolto un grande problema dei proprietari.

Ora la casa ha 2 bagni, ed è adeguata alle esigenze della famiglia.

Fantastico.

Quanto costa ricavare due bagni da uno?

Fatti un favore, e ascolta questi consigli:

◼︎ contatta un tecnico, verifica la fattibilità dell’operazione;
◼︎ progetto alla mano, contatta 2-3 ditte e chiedi un preventivo;

Stai alla larga da siti e annunci pubblicitari che riportano prezzi di un’ipotetica ristrutturazione.

Ti confondono (prezzi errati nel 99,9% dei casi).

Il costo della ristrutturazione del bagno dipende da almeno 6 fattori, di cui siti e annunci non tengono conto.

Oltre alla ditta, dovrai pagare anche tecnico e diritti di segreteria (importi variabili).

Mi raccomando!

Come dividere un bagno in due…quando lo spazio è poco

In pochi metri quadrati sei obbligato a giocare d’astuzia.

Per guadagnare spazio puoi utilizzare questi 2 “tricks”.

#1: Sanitari Piccoli

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Quasi tutte le aziende hanno almeno una linea di sanitari compatti, ovvero wc e bidet di ridotte dimensioni.

Svantaggi?

Nessuno.

I sanitari piccoli sono comodi e belli, come i “colleghi” più grandi.

Vantaggi?

Almeno 3, come spiego nel mio post sui sanitari piccoli .

Il vantaggio primario è la conquista dello spazio, ma c’è dell’altro. 😉

#2: Wc con bidet

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Nel bagno secondario puoi valutare l’installazione del wc con bidet integrato.

Accessorio rivoluzionario, che si sta lentamente facendo largo anche in Italia.

Guadagno di spazio a parte, il “vaso-bidet” è super-igienico (contrariamente all’opinione di qualcuno).

Il prodotto ha un costo maggiore, rispetto al classico wc.

Vuoi approfondire? Leggi la mia guida sul wc con bidet incorporato .

Per concludere

Sei pronto a partire.

Ricavare due bagni da uno è possibile: segui la procedura, e se hai domande scrivi un commento.

Una cosa prima di salutarci: restiamo in contatto! 🤝

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A presto!
Lorenzo

L’articolo Come ricavare due bagni da uno? (guida + VIDEO) proviene da Voglia di Ristrutturare .

Bonifico ristrutturazione 2019

Bonifico ristrutturazione 2019

Come fare il Bonifico Parlante: ristrutturazioni edilizie, ecobonus, acquisto mobili?

A seguito di numerosi quesiti pervenuti dai nostri clienti e da molti utenti in rete, il nostro staff fiscale con questo articolo fornisce chiarimenti sull’iter da seguire per eseguire correttamente un bonifico ristrutturazione per le spese sostenute per una ristrutturazione edilizia il cosiddetto “bonifico parlante” (fonte).

Che cos’è un bonifico parlante? Quando è necessario farlo? E soprattutto come compilare un bonifico parlante al fine di non perdere le agevolazioni fiscali riconosciute al contribuente che ha sostenuto nel corso dell’anno delle spese per ristrutturare casa?

Eccovi un breve vademecum operativo con tutte le indicazioni per eseguire correttamente il pagamento dei costi oggetto di detrazione fiscale.

Per prima cosa, è bene precisare capire che cos’è un bonifico parlante. Esso rappresenta una particolare forma di pagamento bancario ben diversa dal bonifico ordinario poiché in esso sono specificate tutte le informazioni imposte dalla legge nei casi di pagamenti finalizzati ad ottenere detrazioni fiscali. In particolare, il bonifico parlante riporta le seguenti informazioni:

  • Ragione sociale e Codice Fiscale o Partita Iva del beneficiario;
  • Riferimenti normativi (che variano in funzione della tipologia di spesa sostenuta dal contribuente);
  • Causale di pagamento (numero e data della fattura che costituisce oggetto del pagamento);
  • Codice fiscale del fruitore della detrazione fiscale (ovvero il soggetto al quale è intestata il documento di spesa e, quindi, la fattura).

In secondo luogo, si tenga presente che l’esecuzione del bonifico c.d. parlante costituisce uno degli adempimenti necessari richiesti dalla normativa di riferimento per beneficiare delle detrazioni in caso di:

  • Ristrutturazioni Edilizie e Sisma Bonus;
  • Interventi di Risparmio Energetico (ECOBONUS);
  • Acquisto Mobili (BONUS MOBILI) in caso di ristrutturazione edilizia in corso.

COME FARE UN BONIFICO PARLANTE IN CASO DI RISTRUTTURAZIONI EDILIZIE

In presenza di lavori di ristrutturazione edilizia il bonifico c.d. parlante costituisce l’unico mezzo di pagamento idoneo riconosciuto dalla legge al fine di poter usufruire delle relative agevolazioni fiscali. In particolare, ai fini della corretta compilazione occorre riportare i seguenti dati:

  • Causale del versamento con indicazione di
  1. Numero e data della fattura
  2. Riferimento normativo di cui all’16-bis del D.P.R. 917/1986;
  3. Codice Fiscale del beneficiario del pagamento (ovvero, l’impresa che ha effettuato i lavori);
  4. Codice Fiscale del fruitore della detrazione (ovvero, il contribuente che sostiene la spesa e si porterà in detrazione l’importo in dichiarazione dei redditi).

bonifico ristrutturazione 2019

Si tenga in considerazione che:
Le spese che non è possibile pagare con bonifico (per esempio, oneri di urbanizzazione, diritti per concessioni, autorizzazioni e denunce di inizio lavori, ritenute fiscali sugli onorari dei professionisti, imposte di bollo) possono essere assolte con altre modalità.
Quando vi sono più soggetti che sostengono la spesa e tutti intendono fruire della detrazione, il bonifico deve riportare il numero di codice fiscale delle persone interessate al beneficio.
Per gli interventi realizzati sulle parti comuni condominiali, oltre al codice fiscale del condominio è necessario indicare quello dell’amministratore o di altro condomino che effettua il pagamento.

NOTA BENE:
Se l’ordinante del bonifico è una persona diversa da quella indicata nella disposizione di pagamento quale beneficiario della detrazione, in presenza di tutte le altre condizioni previste dalla norma, la detrazione deve essere fruita da quest’ultimo (circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 17/E del 24 aprile 2015).

Vedi anche:

Wc con bidet incorporato: guida completa sul wc con funzione bidet

In questo articolo ti racconterò tutto quello che devi sapere sui wc con bidet incorporato.

Funzionamento, pro e contro, aziende che li producono e prezzi: ecco gli argomenti che tratterò nelle prossime righe.

Non solo.

Ho raccolto le testimonianze di alcuni possessori di questo prodotto.

Che avranno detto sui wc con funzione bidet? 🤔

Successi e insuccessi  del wc con bidet incorporato

Il primo modello di wc con funzione bidet risale al 1956 (!).

Inizialmente venduto negli Stati Uniti, gli apparecchi vengono riservati ad ospedali e case di cura (e si rivelano difettosi).

Il successo arriva tra gli anni sessanta e la metà degli anni settanta, soprattutto in Giappone.

wc-con-bidet-integrato

E in Europa?

Nel 1978 l’azienda svizzera Geberit lanciò sul mercato il suo vaso bidet, ma la risposta europea fu timida e diffidente.

C’era da aspettarselo.

Innanzitutto per motivi culturali.

In alcuni paesi europei non è utilizzato nemmeno il bidet, quindi era difficile “comprendere” ed accettare un apparecchio evoluto come il wc con bidet incorporato.

Senza contare il marketing.

Le aziende giapponesi crearono messaggi pubblicitari che demolirono le resistenze della popolazione (si, anche loro erano diffidenti!).

Uno studio del 2018 afferma che oltre l’80% delle abitazioni nipponiche hanno il wc con bidet integrato, mentre in Europa si vendono poche migliaia di prodotti all’anno.

Storia e numeri a parte, in che modo può aiutarti quest’accessorio?

Come funziona il wc con bidet incorporato?

I wc bidet uniscono le funzionalità del wc e quelle del bidet.

wc-con-bidet

In commercio trovi più di un modello (tra poco ne vedrai alcuni), ma voglio parlarti solo dei brand più autorevoli (i migliori).

Gli apparecchi “low cost” imitano (male) i modelli teconologici.

GUARDALO il azione!

In termini di uso, è uguale ad un wc convenzionale (non entrerò nei dettagli…).

Guarda il brevissimo video qui sotto (18 secondi):

Ti siedi sul vaso bidet e quando hai finito premi un pulsante.

A quel punto sentirai un getto d’acqua, che provvederà alla pulizia e alla tua igiene intima.

Il getto avviene grazie ad un tubicino estraibile.

Dopo l’utilizzo, premi di nuovo il pulsante e il tubicino scompare (torna alla posizione di partenza).

Le differenze rispetto ad un normale bidet?

◼︎ non usi le mani;
◼︎ il getto d’acqua è più preciso, perché regolabile;

Ed è solo l’inizio.

I 3 Migliori modelli di wc con bidet incorporato

Qual è la vera differenza tra un bidet e un wc con bidet integrato?

La tecnologia, e i tanti optional che mancano al classico elemento.

Per farti capire di che parlo, ti presento i 3 migliori vasi bidet per il tuo bagno.

#1: Geberit Aquaclean

Una garanzia.

Geberit ha una lunga storia nel settore, ed oggi è il maggior produttore europeo.

L’azienda ha una vasta gamma di prodotti, che coprono ogni esigenza e situazione abitativa.

Prodotto di punta è Geberit Aquaclean Mera:

wc-con-bidet-incorporato
Al primo sguardo diresti che è un vaso tecnologico? 😉

Ne dubito.

Eppure questo apparecchio nasconde una miriade di funzioni, ed è un vero capolavoro di funzionalità e design.

Ti consiglio di dare un’occhiata alla pagina “prodotti”, sul sito aziendale (www.geberit-aquaclean.it).

Lì potrai controllare caratteristiche e proprietà di ciascun modello.

Prezzi: dai 1400 ai 4550 €.

#2: Grohe Sensia Arena

Anche la pluripremiata Grohe ha il suo wc con bidet incorporato.

Si chiama Sensia Arena:

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Il prodotto è unico (come vedi non sembra diverso dal classico water).

Se ti piace e vuoi saperne di più, vai sul sito aziendale (www.grohe.it).

Troverai una sezione dedicata ai rivenditori, così troverai lo show-room più vicino.

Prezzi: tra i 2000 e i 2500 €.

#3: Duravit SensoWash®

Un’alternativa.

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Questa volta parliamo di un sedile elettronico (che offre le funzioni di bidet), installato sui vasi compatibili dell’azienda Duravit (www.duravit.it).

Sembra un normale sedile, ma nasconde molteplici funzioni.

Puoi acquistare separatamente sedile e vaso, oppure il modello completo.

Prezzi: variabili in base a modello (sei nel range del prodotto Grohe).

Tutte le magnifiche funzioni dei wc con bidet incorporato

La pulizia delle parti intime è la funzione centrale, l’elemento principale.

Ma c’è altro.

Tutti i modelli hanno numerosi optional (variano, in base al prodotto):

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Tra questi:

◼︎ intensità del getto regolabile;
◼︎ risciacquo wc “turbo”;
◼︎ telecomando;
◼︎ illuminazione notturna;
◼︎ posizione erogatore regolabile;
◼︎ temperatura getto d’acqua regolabile;
◼︎ getto oscillante;
◼︎ getto delicato per l’igiene intima femminile;
◼︎ riscaldamento del sedile WC;
◼︎ asciugatore ad aria calda;
◼︎ aspirazione dei cattivi odori;
◼︎ apertura automatica del coperchio;
◼︎ chiusura del coperchio (a comando);
◼︎ rilevatore di presenza;
◼︎ funzione di decalcificazione;
◼︎ funzione risparmio energia;

Incredibile, vero? 🙂

4 Ottimi motivi per installare un wc con bidet incorporato
wc-con-bidet-incorporato-geberit-prezzo

Tutta questa tecnologia è fine a sé stessa o è anche utile?

È molto utile.

Hai almeno 4 motivi per acquistare un vaso bidet.

Motivo #1: Guadagni spazio

Wc e bidet in un unico elemento.

Ciò significa liberare spazio prezioso, quindi è perfetto per bagni piccoli o minuscoli.

Questo beneficio, secondo una mia piccola indagine tra possessori del wc con bidet, è uno dei principali motivi di acquisto dell’accessorio.

Motivo #2: Indispensabile con disabili

Se in casa vive un disabile, il wc con bidet incorporato ha un’importanza vitale.

Parliamo di necessità.

Sarai d’accordo con me sul fatto che l’accessorio può aiutare non solo i portatori di handicap, ma anche le loro famiglie.

Motivo #3: Utile agli anziani

In particolare agli anziani con difficoltà motorie.

Pensa al disagio di un genitore che deve farsi pulire dal figlio o da una badante.

Grandi meriti del water bidet, in questo caso, sono la maggiore autonomia e dignità donate alla persona.

Motivo #4: È igienico

Innanzitutto perché prodotto con materiali antibatterici (sia il tubicino che gli altri componenti).

E poi fa tutto lui.

Il vaso bidet gestisce lavaggio ed asciugatura, la tecnologia è a tua disposizione e non sei obbligato ad utilizzare la carta igienica.

Splendido.

2 “Svantaggi” del wc con bidet incorporato

Virgolette obbligatorie, dal mio punto di vista non parliamo di veri e propri svantaggi.

La prima cosa da dire è che l’accessorio ha un costo maggiore, rispetto al classico wc.

Investimento giustificato?

Dipende da te (qual è la tua esigenza?).

◼︎ bisogno di spazio;
◼︎ utilizzo per disabile/anziano con difficoltà motorie;

Valuta.

L’altro “svantaggio” è che avviene un piccolo cambio di abitudini…e il cambiamento richiede impegno! 🙂

Per molti è inconcepibile rinunciare al classico bidet, anche se alcuni bidet anni ’50-’60 (italiani!) avevano il getto dell’acqua “a colonna”, dal basso verso l’alto:

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Questi modelli sono tuttora prodotti ed utilizzati in altre parti del mondo (tutto torna! 😬)

L’idroscopino è un’alternativa economica al wc con bidet integrato?

No.

L’idroscopino ha un altro compito.

Come spiego nell’articolo dedicato, l’idroscopino (un doccino da posizionare accanto al wc) è pensato per pulire l’interno della tazza.

Se vuoi utilizzarlo per l’igiene intima…preparati a pozze d’acqua sul pavimento. 😬

7 Intriganti curiosità sul wc con bidet incorporato
wc-con-bidet-incorporato-opinioni

Prima delle conclusioni, voglio raccontarti qualche curiosità sul protagonista dell’articolo.

N°1: Non è un’invenzione giapponese o statunitense.

L’inventore del wc con bidet è lo svizzero Hans Maurer.

N°2: Il più grande produttore mondiale del vaso bidet è l’azienda giapponese Toto (in oriente ha il monopolio della produzione).

N°3: “Anche il sedere vuole essere sciacquato”: così recitava lo spot pubblicitario che catturò l’attenzione dei giapponesi.

N°4: Le funzioni dei wc con bidet integrato sono pensate per sostituire la carta igienica (secondo i produttori, la carta non garantisce il livello di pulizia del lavaggio).

N°5: Uno studio afferma che la temperatura del getto preferita dalla maggior parte delle persone è di 38°.

N°6: Molti modelli possono essere controllati anche da un pannello wireless a muro.

N°7: In Europa, le vendite dei vasi bidet sono in aumento (Tapei Times, 2003).

In conclusione

Trovare possessori di un vaso bidet non è stato semplice.

Negli ultimi mesi ho intervistato 2-3 persone, oltre ad un idraulico che partecipa a tutti i corsi di un’azienda produttrice.

La percentuale di soddisfazione è del 100%.

Ti confesso che il prodotto mi ha sorpreso.

Oltre agli importanti benefici, i wc con bidet sono davvero igienici (contrariamente ad alcune opinioni).

Se hai domande scrivi il tuo commento qui sotto.

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Utilizzare bene i finanziamenti per il contrasto al dissesto idrogeologico

Utilizzare bene i finanziamenti per il contrasto al dissesto idrogeologico

Le Regioni potranno contare su 2,6 miliardi di euro per investimenti strutturali e infrastrutturali urgenti per la mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico e l’aumento del livello di resilienza di abitazioni e strutture commerciali e produttive colpite dagli eventi calamitosi.Per le prestazioni tecniche (progettazione, direzione lavori, etc.) la relativa spesa, comprensiva degli oneri riflessi (cassa previdenziale e IVA), è ammissibile a finanziamento nel limite del 10% dell’importo, al netto dell’aliquota I.V.A. di legge, dei lavori di ripristino degli immobili di cui alla perizia asseverata. I commissari regionali dovranno definire, con propri provvedimenti, le procedure di raccolta, istruttoria e successiva liquidazione dei finanziamenti, anche mediante la predisposizione di appositi moduli di domanda di finanziamento e di perizia asseverata, dandone pubblico avviso, entro trenta giorni. Assegnati 800 milioni di euro per il 2019 e 900 milioni per ciascuno degli anni 2020 e 2021 ai commissari delegati o ai soggetti responsabili delle Regioni e delle Province autonome in maniera proporzionale rispetto alle ricognizioni dei fabbisogni in materia di dissesto idrogeologico. Il nostro invito è quello di informarsi, tenere alta l’attenzione su tale importante problematica e a contattarci per l’utilizzo moderno delle tecnologie e per la qualità del materiale.

Articolo di Domenico Letizia, presidente dell’Istituto di Ricerca di Economia e Politica Internazionale (Irepi).

Come arredare una lavanderia in casa (SUPER guida step by step)

In questa guida ti racconterò come arredare ed organizzare una lavanderia in casa.

Dalla A alla Z.

Non troverai solo foto da cui trarre ispirazione.

Troverai risposte.

Nelle prossime righe c’è la tua cassetta degli attrezzi per ricavare un angolo lavanderia, o allestire una stanza dedicata.

Spazio necessario, tipi di lavanderia in casa, arredo e aziende di riferimento…ecco alcuni degli argomenti che tratteremo nel post.

E non importa se hai poco spazio: ho pensato anche a quello.

Continua a leggere e prendi nota! ✏️

6 Elementi che ogni lavanderia in casa dovrebbe avere

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Anche lo spazio lavanderia più ristretto del mondo deve poter ospitare:

◼︎ un lavatoio (o mobile);
◼︎ la lavatrice;

Il minimo.

Un locale dedicato è il top, ed oltre ai due elementi già visti dovresti includere:

◼︎ asciugatrice;
◼︎ stendibiancheria;
◼︎ asse da stiro;
◼︎ cesta/e portabiancheria;

Mettiamo ordine.

Di quanti mq. ha bisogno la tua zona lavanderia?

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Dipende dal numero di elementi.

Ecco le misure (indicative) degli articoli visti:

Lavatoio: 45 x 50 x 85 (larghezza, profondità, altezza);
Lavatrice: 60 x 60 x 85
Asciugatrice: 60 x 60 x 85
Asse da stiro: 135 x 40 x 90

Lo stendibiancheria varia in base al modello.

Idem per la cesta (il problema minore).

Iniziamo dalla situazione più complessa.

Come ricavare un angolo lavanderia nel ripostiglio (anche quando sembra impossibile)

Abbiamo detto che il minimo è la coppia “lavatoio + lavatrice”.

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Con un ripostiglio simile a quello in foto (lavatrice e lavatoio affiancati), ti bastano meno di 2 mq.

Non è una lavanderia completa, ma voglio dimostrarti che puoi ottenere un risultato accettabile anche su superfici minuscole.

Ricorda che puoi sfruttare lo spazio sopra lavatoio e lavatrice (per l’asciugatrice, delle ceste richiudibili, i detersivi…), oppure ai fianchi (asse da stiro, scope…).

L’alternativa è utilizzare il sottoscala (se ne hai uno!).

Come allestire una zona lavanderia in bagno

9 volte su 10 la lavatrice è collocata nell’unico bagno disponibile, in compagnia degli arredi che completano il locale.

Ho pensato a questa situazione: unico bagno e poco spazio a disposizione.

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…e qui ti viene in aiuto l’azienda ARBI Bahtrooms (immagine qui sopra) con la collezione “Bolle” e la composizione #36.

In 131 cm hai il mobile lavatoio con due basi: una portalavatrice e l’altra portalavabo (profondità 50,8 cm).

La stessa azienda produce anche “L 03” (collezione Ho.Me Laundry):

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misure identiche al modello precedente, ma con lavatrice a vista .

Con queste due soluzioni “all-in-one” tieni tutto a portata di mano, e crei un angolo lavanderia ordinato e uniforme.

Utilizza una colonna per l’asciugatrice…se rimane spazio.

Terza possibilità: l’angolo lavanderia in cucina

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Lo spazio lavanderia in cucina è la terza possibilità (‘attacco acqua è pronto!).

In molti casi puoi integrare la lavatrice nel modulo da 60 cm della cucina, oppure affiancare una colonna dedicata a lavatrice e asciugatrice.

Volendo puoi ricavare un vano (anche con struttura in cartongesso) dove riporre elettrodomestici, asse da stiro e altri accessori.

Ti consiglio di rivolgerti ad un interior designer: studierà la miglior soluzione per le tue esigenze.

Il sogno: un locale lavanderia riservato e super-attrezzato

Fantastico, vero?

La stanza dedicata alla lavanderia è il massimo della vita (quando è in disordine ti basta chiudere la porta per nascondere le “marachelle” 👀).

Comodissima, tutto è a portata di mano.

Vediamo a chi puoi rivolgerti.

#1: Il lavatoio (o mobile)

Se non hai molte pretese e vuoi spendere poco ti consiglio di dare un’occhiata ai siti di arredo bagno online , oppure su Amazon .

mobili-per-lavanderia-in-casa
Trovi lavatoi con prezzi di partenza inferiori a 100 euro, e buone recensioni.

Le alternative di design abbondano. 🙂

Tra i modelli di riferimento ho selezionato “Lavanderia 04” by Legno Bagno:

lavanderia-attrezzata-casa
e questa proposta di Birex:

lavanderia-in-casa-moderna
#2: Mobili componibili

I mobili componibili donano un look uniforme ed ordinato alla zona lavanderia.

Una delle soluzioni più complete in circolazione è “Spazio Time” by Idea Group:

organizzare-la-lavanderia-in-casa
Nella collezione Spazio Time trovi più di una proposta per disegnare la tua lavanderia (le misure cambiano in base al numero degli elementi).

Altro eccellente modello è “Lavanderia 10” (Legno Bagno).

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In entrambi i casi trovano posto lavello, lavatrice e asciugatrice, più una serie di spazi per ceste e cestini, detersivi…

Linee pulite ed essenziali, comodità e design.

“Lorenzo, io ho a disposizione solo una piccola stanzetta!” 😰

Qual è il problema? 🤷🏻‍♂️

Lavora in altezza, con le colonne, ed eventualmente valuta la “Composizione 13” di Birex (collezione Idrobox)

mini-lavanderia-in-casa
In 2 metri e 55 centimetri
hai tutto quello che vedi nell’immagine qui sopra (altezza 2,21 mt – profondità 60 cm).

Sai che significa?

Significa che puoi attrezzare una zona lavanderia in una stanzetta di circa 8 mq.

Rimane anche un pò di spazio per asse da stiro e stendibiancheria. 😎

#3: Stendibiancheria

Mi hanno chiesto se esistono modelli di “design”.

Beh…qualcosa c’è.

Il primo è Gulliver (Foppapedretti), un prodotto pieghevole in noce.

stanza-lavanderia-in-casa
Solido e stabile, una volta piegato rimane in piedi da solo.

Chiuso occupa solo 14 cm, mentre aperto ha una lunghezza di 1,74 metri.

▶︎CLICCA QUI PER DISPONIBILITÀ E PREZZO◀︎

L’altro è Foxydry Air 150, stendibiancheria da soffitto e parete (iper-tecnologico).

creare-una-lavanderia-in-casa
Salvaspazio
, motorizzato e telecomandato, porta fino a 35 kg di biancheria (dotato di lampade a led e ventole).

L’azienda ha anche altri modelli.

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#4: Asse da stiro

Veniamo all’asse da stiro.

C’è l’imbarazzo della scelta, ma se vuoi qualcosa di molto carino (ed amato) puoi valutare la proposta di Foppapedretti:

lavanderia-e-stireria-in-casa
In assoluto uno dei più richiesti, con struttura in legno massiccio (robusto e maneggevole).

Chiuso occupa pochissimo spazio (profondità 14 cm, altezza 115 cm, larghezza 50 cm), aperto è lungo 123 cm.

Ha anche il piano laterale estraibile, utile per riporre la biancheria.

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#5: Ceste portabiancheria

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Dulcis in fundo, le ceste.

Una lavanderia in casa (degna di questo nome) deve averne una… anche più di una.

Sull’argomento ho scritto un articolo , dove trovi modelli in tanti materiali e dimensioni (anche salvaspazio e pieghevoli).

2 Importanti consigli per la tua lavanderia (attenzione!)

Dedica anima e cuore all’arredo, e non scordare questi suggerimenti.

Innanzitutto, cura l’aerazione della lavanderia.

Forse hai l’abitudine di lasciare lo stendibiancheria in casa (ipotesi: non hai un terrazzino), ma ricorda di arieggiare.

Mantenere l’umidità ideale degli ambienti è importante (scongiuri muffe e cattivi odori).

Con angoli lavanderia in taverna-seminterrato forse non basteranno le bocche di lupo, quindi attrezzati con un deumidificatore (raccoglie l’umidità in eccesso).

L’altro suggerimento riguarda le prese elettriche.

Nella zona lavatrice-asciugatrice chiedi l’installazione di prese Schuko , specifiche per ambienti umidi (hanno la protezione di sicurezza).

Mi raccomando. 😉

Tocca a te!

Visto?

Puoi realizzare la tua lavanderia in casa, in qualsiasi posto e anche con spazi ridotti.

Puoi scegliere singolarmente i pezzi, oppure (beato te!) acquistare un mobile componibile da far girare la testa.

Tieni a mente che in questa guida ho presentato “solo” alcune proposte, ma le aziende citate hanno collezioni con diverse soluzioni (grandi e piccole).

Se hai domande scrivi il tuo commento qui sotto.

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A presto!
Lorenzo

L’articolo Come arredare una lavanderia in casa (SUPER guida step by step) proviene da Voglia di Ristrutturare .

Scia (segnalazione certificata di inizio attività): guida completa

Questa guida contiene tutto quello che devi sapere sulla Scia edilizia (segnalazione certificata di inizio attività).

Nelle prossime righe scoprirai per quali interventi è richiesta, chi può presentarla e come è fatto il modello Scia.

Ti parlerò inoltre di tempi, costi ed eventuali sanzioni per mancata presentazione (o ritardo nella presentazione della Scia edilizia).

Partiamo!

Che cos’è la Scia edilizia e qual è la normativa di riferimento?

scia-edilizia-normativa

È un titolo edilizio introdotto dalla legge 122 del 2010 e, per quanto riguarda la sua applicazione nel campo dell’edilizia, sostituisce la Denuncia di Inizio Attività (D.I.A).

La normativa di riferimento è il D.P.R. 380/2001 – art. 22 e s.m.i (ultime regole introdotte dal D.lgs 222/2016, chiamato “SCIA 2”).

Per quali interventi è richiesta?

Ti servirà una Scia edilizia nei seguenti casi:

◼︎ interventi di manutenzione straordinaria su parti strutturali dell’edificio;
◼︎ interventi di restauro e risanamento conservativo (riguardanti parti strutturali dell’edificio);
◼︎ interventi di ristrutturazione edilizia leggera;

Per parti strutturali si intendono muri portanti, pilastri, solai, travi…

Qualche esempio di interventi soggetti a Scia edilizia:

◼︎ modifiche forometriche esterne (apertura o chiusura di porte e finestre su parti strutturali);
◼︎ apertura di fori porta interni su murature portanti;
◼︎ apertura di lucernari;
◼︎ realizzazione di scale interne o esterne (che non comportano un aumento della superficie complessiva dell’edificio);
◼︎ sostituzione e rifacimento del solaio,
◼︎ rifacimento del tetto;
◼︎ realizzazione di nuovi balconi e terrazzi (che non comportano un aumento della superficie complessiva dell’edificio);

Segnalazione certificata di inizio attività: chi può presentarla?

scia-edilizia

Devi essere titolare di un diritto reale sull’immobile (proprietà, usufrutto…).

La Scia va presentata allo sportello unico del Comune, accompagnata da una dettagliata relazione firmata da un progettista abilitato (geometra, architetto, ingegnere) e dagli elaborati progettuali.

Il tecnico ha anche il compito di asseverare:

◼︎ la conformità delle opere da realizzare agli strumenti urbanistici approvati, e non in contrasto con quelli adottati ed ai regolamenti edilizi vigenti;
◼︎ il rispetto delle norme di sicurezza e di quelle igienico-sanitarie;

Nota: negli ultimi anni, nella maggior parte dei Comuni, la presentazione della pratica avviene in modo telematico anziché cartaceo.

Scia edilizia: modello e pratica completa

scia-edilizia-significato
Il modello Scia è diviso in tre sezioni.

La prima è riservata ai dati, alla segnalazione e alla dichiarazione del titolare (proprietario, usufruttuario…).

La seconda è riservata alla relazione del tecnico, ed è simile ad un “percorso guidato” con tutte le opzioni connesse alla realizzazione del progetto.

Infine c’è una lista di controllo.

È un piano che riepiloga la documentazione, e consente di verificare la presenza degli allegati necessari.

La pratica completa contiene i seguenti documenti:

◼︎ modello Scia (con le tre sezioni);
◼︎ elaborati grafici (compresi inquadramento territoriale, stato di fatto, progetto e comparativa);
◼︎ documentazione fotografica;
◼︎ eventuale documentazione per rilascio di atti di assenso obbligatori;
◼︎ ricevuta di pagamento dei diritti di segreteria;
◼︎ eventuale ricevuta di pagamento dell’oblazione (in caso di interventi in corso di esecuzione o già eseguiti);
◼︎ eventuale dichiarazione di assenso di terzi proprietari;
◼︎ documenti di identità del dichiarante, di terzi proprietari e del progettista;
◼︎ notifica preliminare (se l’intervento rientra nei casi di nomina del coordinatore per la sicurezza, nel momento in cui nel cantiere intervengano, anche non contemporaneamente, due o più imprese);

Scia Tardiva e Scia in sanatoria: di che si tratta?

Se inizi i lavori prima di presentare la Scia “tradizionale”, puoi utilizzare la Scia tardiva.

La pratica è molto simile, ma dovrai:

◼︎ dichiarare che hai già iniziato i lavori;
◼︎ pagare la sanzione (importo minimo 516 euro);

E se concludi i lavori senza aver presentato la Scia?

scia-edilizia-costi

In questo caso puoi utilizzare la Scia in sanatoria.

Sarà necessario un accertamento di conformità dell’opera (il progetto dovrà rispettare le prescrizioni di legge sia al momento in cui presenti l’istanza, sia nel momento in cui è stata realizzata l’opera); e dovrai pagare la sanzione pecuniaria.

Sanzione che in questo caso è variabile: da un minimo di 516 €, fino ad un massimo di 5164 €.

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Oggi presento la Scia: quando posso iniziare i lavori?

Immediatamente.

La Scia è esecutiva dalla data di presentazione all’ufficio comunale.

La conferma di avvenuta presentazione è rappresentata dalla ricevuta di protocollo.

L’amministrazione competente ha 30 giorni di tempo (dalla data di presentazione) per verificare:

◼︎ sussistenza dei requisiti e dei presupposti;
◼︎ regolarità della documentazione presentata;

Ricorda che la Scia ha una validità di tre anni dalla data di inizio lavori.

Se non concludi i lavori entro questo termine, dovrai presentare una nuova segnalazione.

Quali sono i costi della Scia edilizia?

scia-edilizia-tempi

Si dividono in diritti di segreteria e competenze del tecnico.

Per quanto riguarda i primi, ogni comune ha il proprio tariffario.

Le competenze del tecnico si valutano in base al tipo di intervento e alla dimensione dell’immobile.

Il mio consiglio è contattare un tecnico della tua zona, così da ricevere un preciso preventivo.

Ho terminato i lavori: devo fare comunicazioni?

Si.

Ad intervento ultimato dovrai comunicare la fine dei lavori.

Il progettista (o un tecnico abilitato) rilascia il certificato di collaudo finale.

Va presentato allo sportello unico, e al suo interno si attesta la conformità dell’opera al progetto presentato con la Scia edilizia.

Oltre a questo, il progettista presenta ricevuta dell’avvenuta variazione catastale.

In caso contrario, ci sarà una dichiarazione in cui si attesta che le opere non hanno comportato modifiche del classamento.

Per concludere

Non ti resta che trovare un tecnico.

Pianifica la ricerca del geometra (o dell’architetto, ingegnere) e non aspettare gli ultimi giorni prima dell’inizio lavori.

Se hai domande, scrivi un commento qui sotto.

Seguimi sulla mia pagina Facebook [LA TROVI QUI]  e ricorda che puoi contattarmi per una consulenza nella città di Padova (e provincia).

A presto!
Geom. Devis Sacconi

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Edilizia ed Ecologia rappresentano il futuro del settore

Edilizia ed Ecologia rappresentano il futuro del settore.

Sono innumerevoli gli analisi del settore dell’edilizia che nell’ultimo decennio hanno registrato la perdita di migliaia di posti di lavoro a causa della mala gestione e soprattutto delle miopi politiche finora adottate. Non è sufficiente la volontà dell’Unione Europea d’impegnarsi nello sviluppo dell’efficienza energetica per dare un nuovo impulso al patrimonio edilizio italiano. Per innescare un vero cambiamento nell’edilizia bisogna realizzare alcune scelte innovative e coraggiose che non tutte le imprese e le società vogliono intraprendere. Il nostro invito è quello di osservare, studiare e monitorare chi punta ad elementi di qualità a basso impatto ambientale e con la dovuta attenzione alla ricerca scientifica e tecnologica di settore. Dobbiamo ribadire che la sostenibilità non è un problema, ma un imperativo di settore, così come non è il paradigma di una scienza e di un’area scientifica, e quindi, ragionando di sostenibilità in edilizia, dobbiamo avere una visione intersettoriale e transdisciplinare. Con l’accelerazione del progresso tecnologico, la crescita demografica, la crisi energetica nei paesi occidentali negli anni ’70, il tema ambientale viene affrontato in rapporto al futuro della vita sul pianeta. Il contributo, negativo e positivo, delle costruzioni alla sostenibilità dello sviluppo dunque concerne (separatamente o congiuntamente) aspetti ambientali, sociali ed economici lungo la filiera produttiva, di uso del costruito e di fine vita o rinnovo dello stesso, o come lungo il “ciclo di vita” del costruito. Le imprese costruiscono, installano, mantengono, rinnovano e demoliscono, ma possono anche includere nelle loro attività forniture e servizi. Fra i diversi servizi nella filiera costruzioni più importanti sono quelli di progettazione di architettura e ingegneria. Importante resta l’analisi di nuovi prodotti “Made in Italy” che inseguono l’efficienza energetica e sostenibile e valorizzano le nostre eccellenze. La Sicilia, con le sue innumerevoli problematiche climatiche e ambientali, resta un “hub” perfetto per poter sperimentare l’innovazione delle nuove imprese legate al settore. 

Analisi di Domenico Letizia, Presidente dell’Istituto di Ricerca di Economia e Politica Internazionale (Irepi).

Come ricavare un bagno in camera da letto? (Guida completa)

Sogni un bagno in camera da letto? Ho buone notizie per te.

Hai tra le mani la guida sull’argomento più completa (e semplice) di tutto il web.

Normativa e regole da rispettare, pro e contro del bagno in camera, dimensioni minime…ecco alcuni dei punti che tratterò nell’articolo.

So quali risposte cerchi, e le ho messe nero su bianco in queste righe.

Al termine della lettura (se ci saranno le condizioni) dovrai solo trovare un progettista e una ditta che esegua i lavori.

Mettiti comodo, continua a leggere…e preparati.

C’è un nuovo bagno in arrivo.

5 +1 Regole che il tuo bagno in camera dovrà rispettare

bagno-in-camera
Ordiniamo le idee, amico/a.

Per realizzare il nuovo bagno devi seguire la normativa, che fortunatamente parla chiaro.

Parti dal Regolamento Edilizio del tuo Comune (è online).

All’interno trovi le caratteristiche (misure minime, altezza minima…) del nuovo bagno.

Ogni Comune ha il suo Regolamento, ma esistono 5 + 1 punti sui quali non si discute.

#1: Bagno cieco = Aerazione forzata

Non si scappa.

Se il bagno in camera è cieco, sei obbligato a predisporre l’aerazione forzata (quindi dovrai installare un estrattore per il ricambio d’aria).

#2: Dimensioni MINIME camera da letto

Per dar vita al bagno probabilmente ridurrai le dimensioni della camera, ma fà attenzione:

◼︎ la camera matrimoniale/doppia deve avere una superficie di almeno 14 mq;
◼︎ la camera singola deve avere una superficie di almeno 9 mq;

Certo, questi sono aspetti che il tuo progettista conosce.

Li riporto comunque: a volte ricevo domande di persone che non si fidano del progettista (!).

#3: Distanza tra sanitari

Tutti gli elementi del locale (lavabo, wc, bidet…) devono mantenere delle distanze minime.

Distanze minime tra loro e anche rispetto alle pareti.

Rispettando queste distanze potrai utilizzare comodamente gli elementi, ed avrai lo spazio utile per muoverti nel bagno.

Su questo argomento ho preparato una guida completa.

▶︎SCOPRI TUTTE LE DISTANZE DA RISPETTARE◀︎

#4: Nuovo bagno? Chiedi il permesso

Eh si.

Il nuovo bagno modifica la pianta dell’appartamento/casa, quindi è necessario un aggiornamento della planimetria catastale .

Questo vuol dire che dovrai contattare un tecnico (geometra, architetto o ingegnere), che si occuperà di redigere la pratica necessaria.

Potrebbe essere una CILA (comunicazione di inizio lavori asseverata) o una SCIA (se apri un foro su un muro portante).

La pratica ti permetterà anche di accedere al bonus ristrutturazioni (perché di fatto sono lavori di ristrutturazione).

“Lorenzo, è proprio necessario chiedere permessi?” 😰

Sì, è obbligatorio.

Più di qualcuno crea il bagno in camera “dimenticandosi” delle comunicazioni (una cosa “fatta in casa”, senza tecnici di mezzo).

Te lo sconsiglio. ❌

Innanzitutto commetti un abuso.

Inoltre, se in futuro venderai l’immobile, potresti avere seccature.

Il nuovo acquirente può “obbligarti” ad aggiornare planimetria.

Meglio rispettare le regole fin dal principio, che dici? 😉

#5: NON è il bagno principale

bagno-in-camera-da-letto

Tradotto: il bagno in camera può essere il secondo o terzo bagno della casa, e mai quello principale.

Forse per te è scontato, ma diversi lettori avevano dubbi a riguardo.

Ho preferito specificare.

#6: No antibagno

Ecco una buona notizia.

Il bagno in camera NON ha bisogno di un antibagno (anche se all’interno del locale c’è il wc).

Alcuni sono addirittura open-space.

Quali sono le dimensioni minime del bagno in camera?

Dipende dal numero di elementi che arrederanno il locale.

Un bagno completo di lavabo, wc, bidet e doccia può essere realizzato anche in meno di 4 mq.

Il locale qui sotto è un esempio (superficie inferiore a 4 mq.).

bagno-in-camera-da-letto-normativa
Nel caso del bagno completo la larghezza minima dovrebbe essere di almeno 1 metro.

Perché proprio 1 metro?

Per permettere l’installazione di tutti gli elementi citati (nel rispetto delle distanze e del passaggio minimo).

Con meno elementi avrai bisogno di meno spazio.

Ricorda: il Regolamento Edilizio ti impone una superficie minima per il nuovo bagno.

C’è poi un altro aspetto, responsabile di molti dubbi.

Lo scarico del wc: come gestire questo problema?

Scommetto che ci hai già pensato.

Se il nuovo locale prevede il water, devi risolvere il “rebus” dello scarico.

La tubazione dello scarico si allaccia alla colonna del wc esistente…ma quanto è distante il tuo wc attuale?

Te lo chiedo perché la tubazione dello scarico ha un diametro di almeno 9 cm, e per svuotare il suo contenuto è necessaria una pendenza minima.

Se il bagno in camera confina con quello esistente, forse la ditta riuscirà a rispettare la pendenza.

In alternativa, per locali non troppo distanti, la ditta può realizzare un nuovo bagno leggermente più alto rispetto a quello esistente (a volte basta anche un piccolo scalino di 5 centimetri).

E se il nuovo locale è parecchio distante dall’attuale wc?

Quasi sicuramente il progettista ti parlerà del Sanitrit.

bagno-in-camera-senza-scarichi
Sanitrit è un trituratore-pompa che ti permette di creare un “bagno in camera senza scarichi” (più o meno).

Compito dell’accessorio è triturare i liquami, per poi “spingerli” (grazie alla pompa) fino alla colonna del wc esistente.

È un prodotto molto discusso, con opinioni contrastanti.

Ecco perché ho scritto un’ampia guida, che ti consiglio di leggere (così non avrai più dubbi).

▶︎LEGGI LA GUIDA SUL SANITRIT◀︎

Regola d’oro: più i 2 bagni sono vicini e meglio è.

Bagno in camera: si o no?

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Ok, hai fatto le valutazioni preliminari.

Ora vediamo quali sono i vantaggi (ed eventualmente gli svantaggi) connessi alla creazione di questo nuovo locale.

Vantaggio #1: Privacy totale

È l’ideale, quando hai ospiti per più giorni.

Amici e parenti possono utilizzare il bagno principale, mentre a tua disposizione c’è quello in camera.

Vantaggio #2: Nascondi il disordine

Succede.

A volte sei di fretta o non hai tempo per mettere ogni cosa al suo posto, e nel bagno regna la confusione.

No problem, il tuo bagno è privato e nessuno la vedrà.

Vantaggio #3: Un piccolo lusso

Il bagno in camera è considerato come una sciccheria per pochi (almeno in Italia, in altre nazioni è più diffuso).

Non tutti possono avvalersi di questo locale riservato, rapidamente accessibile e comodo (pensa a quando devi alzarti di notte).

Unico Svantaggio: Rumori fastidiosi

bagno-in-camera-piccolo
Un pò come accade in alcune camere da letto degli hotel.

Stai dormendo e il tuo compagno/a utilizza il bagno (doccia, lavabo, wc…).

Se hai il sonno leggero il solo rumore dell’acqua può essere fastidioso, tanto da tenerti sveglio.

A mio parere è l’unico svantaggio del bagno in camera.

Qualcuno è contrario a questa soluzione anche perché “porta umidità-muffe”.

Non sono d’accordo.

Infiltrazioni e ponti termici a parte, le macchie di muffa dipendono da una cattiva aerazione dei locali.

Cura l’aerazione, e non avrai problemi di muffe.

Bagno in camera a vista: che ne pensi dell’open space?

Una scelta coraggiosa, su questo non c’è dubbio.

Recentemente ne ho visto uno, su un bellissimo mulino del XV secolo (completamente ristrutturato).

Eccolo qui:

bagno-in-camera-a-vista
In questo caso abbiamo lavabo e doccia a vista (chiusa da vetri), e sanitari nascosti in una stanza a parte.

Puoi delimitare l’angolo dei sanitari con pareti in muratura o cartongesso, oppure con una vetrata opaca.

Altra possibilità è la vasca a vista, anche se personalmente non vedo il vantaggio di questa soluzione.

vasca-da-bagno-in-camera
Il mio pensiero va subito al pavimento bagnato…sono un tipo pratico.

Questione di gusti. 🙂

Per concludere: sei pronto a realizzare il tuo nuovo bagno in camera?

Hai tutte le informazioni necessarie.

Ti consiglio innanzitutto di contattare un tecnico, che si occuperà del progetto e della pratica edilizia necessaria.

In seguito potrai pensare alla ditta che eseguirà i lavori di ristrutturazione.

Se hai domande scrivi pure il tuo commento qui sotto.

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Lorenzo

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Umidità in casa: 4763 Italiani l’hanno eliminata grazie a questo SISTEMA ↓

Sei stanco dell’umidità in casa?

Stai leggendo l’articolo giusto.

Nelle prossime righe ti svelerò lo straordinario sistema anti-umidità (e anti-muffa), scoperto nelle paludi venete e già utilizzato su edifici pubblici, castelli, ville…e in 4.763 case italiane (nel momento in cui scrivo).

È tempo di finirla con tentativi ed esperimenti (costosi e inutili).

C’è un sistema scientifico, certificato e garantito che elimina l’umidità in casa.

Vuoi sapere di che si tratta?

Un sistema UNICO ed incomparabile…direttamente dalle paludi!

umidità-in-casa

Non scherzo.

L’inventore del sistema ha iniziato il suo percorso molto tempo fa, studiando le bonifiche dei terreni melmosi del nord-est.

Negli anni ha approfondito gli studi, sia in Italia che all’estero, e le cose sono andate decisamente bene.

Ha messo in piedi un’azienda che nel 2018 è stata premiata come “Eccellenza imprenditoriale italiana”, ed è stato invitato in alcuni programmi televisivi.

Prima a “Di Martedì – LA7” (conduttore Giovanni Floris) come “Specialista dell’Umidità”, poi a “I soliti Ignoti – RAI 1” (conduttore Amadeus), nel ruolo di “Specialista delle Muffe”.

Questa è solo la punta dell’iceberg.

La sua azienda è la prima ed unica ad aver ricevuto la prestigiosa certificazione Accredia, per servizi di analisi diagnostiche relative all’umidità di edifici o parti di essi.

Il sistema è stato testato su decine di importanti edifici, tra i quali:

◼︎ la Rocca Aldobrandesca Spagnola (Porto Ercole, Grosseto);
◼︎ Cinta muraria città di Viterbo;
◼︎ Palazzo Mengharini (Roma);
◼︎ Villa Borromeo (San Giorgio in Brenta, Padova);
◼︎ Isola Bisentina (Lago di Bolsena, Capodimonte VT);

…senza contare le 4.763 abitazioni private, analizzate e risanate con successo.

Un curriculum niente male.

L’errore che (forse) hai già commesso mentre tentavi di eliminare l’umidità in casa

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Al sistema arriveremo tra poco.

Prima devi conoscere l’errore responsabile di molti risanamenti fallimentari.

Un errore sul quale i proprietari di casa hanno poco controllo…esclusi coloro che hanno letto (o leggeranno) questo articolo. 😬

“Che aspetti, Lorenzo? Dimmi di che si tratta!” 😯

Quando hai umidità in casa, non devi mai affidarti a tecnici edili incompetenti.

Parlo di geometri, architetti, ingegneri, artigiani…che non hanno un’adeguata formazione sul tema dell’umidità.

Non sto dicendo che sono TUTTI incompetenti.

Purtroppo, la realtà dei fatti è che il 99,9% della formazione (su umidità e muffe) è in mano ai soggetti meno indicati.

A chi mi riferisco?

Alle aziende produttrici.

Corsi di aggiornamento o televendite? Questa è la “formazione” che ricevono i tecnici

umidità-in-casa-rimedi-della-nonna

Il meccanismo è semplice.

Un’azienda produttrice (di intonaci deumidificanti, di pitture antimuffa…) organizza un corso di formazione/aggiornamento, dedicato a tecnici e professionisti del settore.

In teoria si dovrebbero discutere le soluzioni all’umidità in casa…ma non è così.

I “corsi” sono televendite belle e buone.

L’azienda presenta i prodotti e riempie i partecipanti di volantini e brochure.

Poi arrivi tu.

Hai un problema da risolvere e contatti un tecnico.

Indovina: di cosa parlerete durante il sopralluogo? 

Ovviamente, del prodotto presentato all’ultimo corso (o a quello precedente…poco cambia).

Non è una mia opinione.

Nel mondo dell’umidità regna la confusione.

Voglio darti le prove.

Qual è il miglior rimedio all’umidità in casa? Chiedilo ai tecnici…

Qui sotto puoi vedere l’estratto di una conversazione tra artigiani, che ho trovato su un gruppo Facebook dedicato.

Un utente ha postato l’immagine di un risanamento (in condominio) e ha chiesto l’opinione di altri artigiani:

umidità-in-casa-come-sconfiggerla
Ti faccio notare il secondo commento di Franco.

“Ognuno reclamizza il proprio prodotto e sono gli esecutori che sono in balìa dei problemi”.

Capito?

Le aziende pubblicizzano e vendono prodotti, mentre gli artigiani procedono senza certezze.

Attenzione: anche tu sarai in balìa dei problemi! ⚠️

Ti ho appena dimostrato che, per un singolo intervento, riceverai decine di risposte diverse!

Come eliminare l’umidità in casa: ecco il sistema scientifico, certificato e garantito già utilizzato da 4.763 italiani

Se vuoi DAVVERO trovare la causa dell’umidità e la SOLUZIONE DEFINITIVA, dovresti informarti sul sistema Casa Asciutta.

umidita-in-casa-come-eliminarla

Casa Asciutta è stato ideato da Stefano Pigatto, co-fondatore di Archimede Group (se segui il blog dall’inizio sai chi è).

È un sistema composto da 5 analisi, eseguite presso la tua abitazione, più altre analisi svolte in laboratorio.

L’obiettivo è individuare la causa dell’umidità.

Una volta individuata, Archimede Group ti consegna il piano di risanamento.

Questo piano è come un libretto di istruzioni.

Cosa contiene?

◼︎ i risultati dettagliati delle analisi;
◼︎ la causa (o le cause) dell’umidità;
◼︎ la soluzione (o le soluzioni) al problema;

Quando leggi “soluzioni” probabilmente pensi a “prodotti”…ma non sempre è così.

A volte bastano piccoli interventi edili, oppure una corretta aerazione dei locali (nei casi di muffa).

Il sistema è tanto rivoluzionario quanto logico.

Mettiamola così: puoi paragonare la tua casa ad un paziente malato e bisognoso di cure.

La prima cosa è individuare la causa della malattia.

Solo in seguito si parla di cure, ed eventualmente di medicine.

Nel mondo dell’umidità avviene quasi sempre il contrario.

Si parte dalle medicine (i prodotti) e si procede per tentativi, nella speranza di trovare la causa della malattia (l’origine dell’umidità).

Casa Asciutta è diverso, perché parte dalla causa.

Come risparmiare 13.000 Euro grazie al sistema Casa Asciutta

umidità-in-casa-soluzioni

Procedere per tentativi ti fa perdere tempo e denaro.

Quanto tempo? Mesi o anni.

Quanto denaro?

Mmm…13.000 Euro ti bastano?

Non è un numero a caso.

È la somma bruciata dal Sig. Luciano Valente, che per 7 anni ha combattuto la muffa delle pareti con diversi prodotti/interventi.

Nello specifico:

◼︎ pittura termoisolante;
◼︎ cappotto esterno;
◼︎ cappotto interno;

13.000 Euro spesi inutilmente, perché la muffa continuava a formarsi.

Nel 2014 ha conosciuto Archimede Group, e si è affidato a Casa Asciutta.

Ecco la sua recensione (che trovi sulla pagina Facebook dell’azienda)

umidità-in-casa-cause
Come vedi la testimonianza è del 2014.

Nel 2018 ha scritto un’altra recensione (è uno scambio di battute tra Luciano e il co-fondatore di Archimede Group).

troppa-umidità-in-casa
Facciamo qualche riflessione…

Non trovi le cause dell’umidità in casa? Ecco cosa rischi

Luciano si è fatto “appioppare” prodotti per 7 (sette!) – lunghi – anni.

Ha bruciato 13.000 €, che poteva destinare a viaggi, passioni…insomma progetti più stimolanti.

La sua famiglia – per 7 anni – ha respirato le spore della muffa.

Ha patito stress e tensioni, dando retta al “professionista” di turno (che non ha mai individuato le cause).

Vuoi seguire il suo percorso?

Oppure preferisci affidarti ad un sistema scientifico, certificato e garantito?

Umidità in casa: 2 cose da sapere su Casa Asciutta

Se intendi contattare Archimede Group, devo precisare 2 cose (così non ci saranno malintesi).

La prima è che Archimede NON vende prodotti.

La missione dell’azienda è dirti perché hai umidità in casa, e spiegarti come eliminarla.

È un sistema di analisi, ricorda. ☝️

La seconda cosa è che Archimede è indipendente. 👌🏼

Non rappresenta aziende produttrici, né imprese/ditte di ristrutturazioni. 👈

Una volta individuata l’origine dell’umidità in casa, dovrai trovare un artigiano/ditta che eseguirà i lavori (seguendo tutti i dettagli del piano di risanamento).

Puoi contattare il tuo artigiano/ditta di fiducia.

Ricapitolando: cosa dovresti fare a questo punto?

Hai ricevuto un bel gruzzolo di informazioni.

Ti ho dimostrato che contattare un tecnico può essere molto rischioso (come fai a sapere se è preparato?).

Ti ho dimostrato che l’acquisto compulsivo di prodotti è inutile e costoso.

Ti ho dimostrato che esiste un sistema che individua la causa dell’umidità in casa, già testato con successo su importanti edifici e su 4763 case italiane.

È composto da analisi scientifiche, è certificato da Accredia ed è garantito.

Agisci! 

Archimede Group sta “silenziosamente” rivoluzionando il settore.

Vuoi approfondire? Ti consiglio di leggere il manuale di Stefano Pigatto, co-fondatore di Archimede Group.

libro-umidità

Vuoi contattare l’azienda e affidarti a Casa Asciutta? ▶︎CLICCA QUI◀︎

A presto!
Lorenzo

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